IL SETTORE DELLA SOSTA E DELLA MOBILITÀ URBANA IN ITALIA, TRA EMERGENZE E INNOVAZIONI

 

 

Roma 11/06/2024

 

Digitalizzazione, Innovazione, Connettività, Inclusività. Sono queste le parole chiave emerse dal Pdays – Mobilità e Sosta 2024 di Firenze, appena concluso. Un evento che ha visto un numero di presenze molto elevato e che, dopo quattro edizioni, continua ad attrarre amministratori pubblici, gestori, professionisti e concessionari del settore, stakeholder, associazioni, operatori dell’automotive, riuniti con l’obiettivo di confrontarsi e promuovere il settore della sosta e della mobilità urbana a livello nazione e internazionale.

“Da queste due giornate – ci dice Alessandro Labellarte, Presidente di AIPARK -Associazione Italiana Operatori Sosta e Mobilità – emerge chiara la consapevolezza dell’esigenza di un cambiamento profondo (che fino ad oggi è mancato) capace di dare risposte ad alcuni dei grandi temi del nostro tempo: la congestione urbana, l’inquinamento, l’accessibilità e l’inclusione sociale. Ovviamente ciò sarà tanto più possibile quanto il processo di digitalizzazione della sosta sarà rapido.”

I NUMERI: IN ITALIA È PIENA EMERGENZA – Entrando nel dettaglio, l’Osservatorio AIPARK, integrando i propri dati con quelli provenienti da altre fonti, rileva che l’Italia è al top della classifica europea per numero di autovetture: sono ben 690 ogni 1.000 abitanti, contro una media Ue di 560. Si calcola inoltre che una parte consistente del traffico urbano, circa il 30%, sia generato da veicoli in cerca di parcheggio: una cifra enorme se si considera che il 75% della popolazione europea vive nelle città e che la ricerca di uno stallo di sosta costituisce solo l’ultimo tratto di un viaggio. Il tempo medio di ricerca è di 15 minuti al giorno, che sale fino a oltre il doppio nel nostro Paese. E, nonostante gli evidenti disagi, 3 italiani su 4 (il 76%) continua a spostarsi in macchina.

Insomma, sono tanti i veicoli che affollano le aree interne delle città a cui però non corrisponde un’offerta adeguata di strutture di sosta. Per correggere questo squilibrio l’Osservatorio AIPARK calcola che sarebbe necessario aggiungere a quelli esistenti, oltre 670.000 posti (su strada o in struttura), corrispondenti a una fila ininterrotta di automobili lunga 3000 km, quanto la distanza tra Roma e Mosca. E prendendo come campione solo alcune grandi città, a Roma ne mancherebbero oltre 200mila (oggi abbiamo 1 stallo di sosta ogni 39 residenti), a Napoli oltre 65mila (il rapporto è 1 su 31), a Torino oltre 35 mila (1 su 15), a Milano oltre 31mila (1 su 13) e a Genova oltre 31 mila (1 su 22). Le città europee più infrastrutturate invece dispongono mediamente di 1 posto auto ogni 10 residenti.

LA TRASFORMAZIONE DELLE STRUTTURE DI SOSTA IN HUB URBANI – Uno stallo di sosta per i veicoli, se in sintonia con le molteplici esigenze polifunzionali delle aree urbane, incide sulla qualità della vita dei cittadini e rifletterà la trasformazione in atto nelle città, aumentandone il valore economico e competitivo e contribuendo anche al raggiungimento degli obiettivi ambientali.

“La soluzione all’emergenza – commenta Laurence A. Bannerman, Segretario Generale AIPARK – è quindi una politica integrata della mobilità urbana che veda le aree di sosta (su strada e in struttura), e i servizi a loro collegati, come strumenti cardine da cui ripartire per ridurre la congestione, progettare la riqualificazione urbana, incentivare l’uso di forme alternative di trasporto, ridurre l’inquinamento. A tal proposito – conclude il Segretario Generale – l’innovazione digitale consente oggi nuove configurazioni delle infrastrutture di sosta in Hub Urbani rendendoli più smart, convenienti, efficienti e adattabili alle esigenze degli utenti e delle città per poter governare la mobilità in chiave multimodale per le persone (a completamento della propria esperienza di mobilità) e le cose.”

La tecnologia sta rivoluzionando il modo in cui vengono gestiti vari aspetti della vita quotidiana e il settore della sosta non fa eccezione. E il Pdays appena concluso, evidenziando un significativo coinvolgimento diretto di enti pubblici nazionali e territoriali, conferma una migrazione verso un modello virtuoso di collaborazione tra settore pubblico, imprese e operatori responsabili che possa superare fragilità e vulnerabilità di passate pianificazioni.

www.pdays.eu, per i documenti relativi all’evento, in particolare le relazioni e i video presentati.

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